Non c’è nessuno che non adori Scarlet. È giovane, bellissima e dall’animo angelico… Quindi tutti rimangono scioccati dallo scoprire che il suo compagno predestinato è lo spietato e senza cuore re alfa.
Temuto da tutti (e per buoni motivi!), è tornato dopo sette anni per reclamare ciò che è suo. Riuscirà Scarlet a fare breccia nel suo cuore o sarà lei a dover implorare pietà?
Età: 18+
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1
“Scarlet Rose Wrett, scendi subito o ti metto in punizione per un mese!” Grida la voce di mia madre dalle scale.
Ops, probabilmente mi stava chiamando da un po'. Sbuffando, metto in pausa Netflix e abbandono il mio adorato letto-santuario per andare al piano di sotto.
Mi presento. Il mio nome è Scarlet Rose Wrett, questo ormai è chiaro. Ho ventun'anni. Sì, sono vecchia. Non c'è bisogno di infierire.
Il mio branco si chiama Luna Rossa.
Mio padre era il beta, cioè il secondo in comando, ma ora è in pensione. Ho un fratello maggiore di nome Jake. Ha ventisei anni e la sua compagna Maria ne ha venticinque. Jake è appena diventato il nuovo beta, prendendo il posto di mio padre.
Anche l'alfa si è dimesso e ha lasciato il posto al figlio, David. Ha ventisette anni, e la sua compagna Jenny venticinque. Ho anche un fratello più giovane, Matthew. Ha solo otto anni ed è troppo carino.
Anche se io e Jake siamo certi al 100% che Matthew non fosse voluto, abbiamo deciso di non dirglielo ancora. Lo prenderemo per il culo quando sarà più grande!
Per ora, ci comportiamo da bravi fratelli maggiori. Con Matthew passo la maggior parte del tempo, dato che Jake è sempre impegnato.
Poi c'è la mia migliore amica Aria.
Suo padre è il re alfa, o perlomeno quello temporaneo, finché il cugino di Aria non torna a riprendersi il posto.
Mia madre passa la maggior parte del tempo a cercarmi ragazzi lupi mannari. Ripeto, ho già ventun anni. E non ho ancora un compagno.
La maggior parte dei lupi mannari lo trova a diciotto anni. Se ciò non accade è perché il proprio compagno potrebbe essere morto, e in questi casi, si rimane senza.
Molti lupi mannari a cui è successo si sono accoppiati con gli umani, e hanno avuto una vita felice.
L'altra possibile ragione è che il tuo compagno sia umano e, in questo caso, devi portarlo nel nostro mondo lentamente, perché potrebbe essere uno shock per loro.
Mia madre, tuttavia, si rifiuta di prendere in considerazione queste opzioni e mi incolpa semplicemente di non essere uscita abbastanza spesso per trovarmi un compagno.
Aveva ragione, non uscivo spesso di casa, ma come darmi torto? Era il letto il mio unico amore e compagno di vita. Per questo mia madre si era assunta il compito di trovarmene uno vero.
Scendo e vedo mia madre ai piedi delle scale che batte il piede a terra – lo fa quando è davvero arrabbiata. Sussulto. Cos'ho combinato questa volta?
Mi scervello per capire cosa potrei aver fatto di sbagliato negli ultimi giorni. Mia madre è terribile quando si arrabbia. Fa spaventare David e lui è l'alfa.
Entro nel soggiorno e appena mia madre mi vede, mi trascina sul divano per farmi sedere.
“Scarlet, sai da quanto tempo ti sto chiamando? Che senso ha avere i sensi potenziati se non li usi?”
Le sorrido imbarazzata: “Scusa, mamma. Ero occupata”.
Alza un sopracciglio.
“Occupata? A fare cosa? A guardare Netflix? Quando è troppo è troppo, hai bisogno di uscire. Vai a correre, fai qualcosa.
Non hai trovato un compagno perché sei rinchiusa in quella stanza tutto il giorno. Potrebbe essere più vicino di quanto pensi”.
Più vicino di quanto pensi? Se così fosse, sicuramente l'avrei già trovato.
Ma non l'avrei mai detto alla mamma. Già era arrabbiata con me, non c'era bisogno di farla infuriare ancora di più.
Dovevo solo placarla.
Le rispondo: “Hai ragione, mamma. Dovrei uscire di più. Da domani andrò a correre ogni giorno nella mia forma umana, così avrò più possibilità di trovare un compagno.
Andrei oggi, ma devo andare ad aiutare Aria. Prometto che domani uscirò e cercherò di trovarmi qualcuno”.
Mia madre si alza, annuendo: “Bene. So che non puoi andare oggi, c'è un grande evento stasera”.
Improvvisamente i suoi occhi brillano: “Chissà, forse stasera sarà la tua serata fortunata!”
Mi sorride e mi dà un bacio in fronte. Tipico di lei.
“Mi hai chiamata per questo?” le chiedo.
“Dovevo dirti altro, ma mi hai fatto arrabbiare e ora l'ho dimenticato. Se mi torna in mente ti mando un messaggio”, mi risponde tornando in soggiorno.
Sospiro sollevata dalla fine di questo discorso. Pensavo peggio. Per fortuna aveva dimenticato la vera ragione per cui mi aveva chiamata.
Dovevo uscire di casa, così avrebbe potuto soltanto scrivermi. Quanto poteva arrabbiarsi via messaggio?
La casa era tranquilla perché Matthew era in campeggio, ci sarebbe rimasto altre due settimane. Mi mancava quel piccolo mostro, teneva sempre mamma e papà sulle spine.
Torno di sopra, persa nel mio mondo. Guardo l'orologio e impreco. Merda, sono in ritardo. Perdo sempre la cognizione del tempo quando sogno a occhi aperti.
Dovevo aiutare Aria. Era una grande serata per lei e per tutti noi.
Senza perdere altro tempo, mi vesto velocemente, corro fuori senza salutare la mamma e salto in macchina.
Mi maledico per il ritardo. Mentre guido, sento un pozzo di solitudine farsi largo dentro di me. Mi comporto come se non mi importasse di avere un compagno. Ma non è così.
Vorrei essere amata. Avere un compagno che mi protegga, che mi ami incondizionatamente e che si prenda cura di me.
Vedere mio fratello e i miei genitori felici ha spalancato sempre più questa voragine nel mio cuore. Avevano delle relazioni fantastiche, e io ne ero gelosa.
Era troppo chiedere che arrivasse anche il mio turno? Visto che ogni singolo lupo mannaro ne trovava uno?
Sento una lacrima pizzicarmi l'occhio e la asciugo velocemente. Le parole di mamma mi riecheggiavano in testa. Poteva davvero accadere stanotte? Scaccio quei pensieri. Non volevo alimentare futili speranze.
Inoltre, mamma l'ha detto solo per confortarmi. Non potevo lasciare che questi pensieri mi distraessero. Questa doveva essere una serata indimenticabile per Aria, e non avrei permesso alla mia tristezza di buttarla giù.
Parcheggio sotto casa di Aria ed entro. Come al solito, vengo accolta dalle cameriere che mi indicano il piano di sopra per trovarla. Sorrido e mi avvio verso la sua stanza.
Correvano tutti trasportando mille cose. Immagino che fosse dovuto al ritorno del re alfa. Ma in quei volti vedevo anche la paura.
Avevo sentito parlare del re alfa. Il suo nome è Dylan, e aveva solo tredici anni quando accadde una tragedia familiare. Entrambi i genitori di Dylan vennero uccisi da dei lupi solitari.
Si diceva che li avessero massacrati brutalmente davanti al figlio.
Quella tragedia gli causò così tanto dolore e sofferenza da scatenare in lui una furia omicida. Pare che il suo lupo avesse perso il controllo, e nessuno aveva mai visto un lupo così feroce.
Dylan uccideva solo uomini. Risparmiava sempre le donne e i bambini, ma non i padri di famiglia né gli uomini single.
È stato Harry, il padre di Aria, a metter fine alla furia di Dylan. Non è stato facile, ma è riuscito a calmarlo.
Ha poi deciso che Dylan avrebbe dovuto andarsene per un po', e poiché Harry era lo zio di Dylan, aveva tutto il diritto di mandarlo via. Era l'unico a sapere dove fosse andato.
Harry era il fratello minore della madre di Dylan, ma era suo padre a essere di sangue reale.
Dato che nessuno della famiglia reale era rimasto in vita tranne Dylan, a Harry è stata data la posizione temporanea di re alfa. Che anche Dylan ha accettato, prima di venire allontanato.
Aria era la cugina di Dylan, e diceva sempre che suo padre non le avrebbe mai rivelato dove fosse andato. I brividi mi sono scesi lungo la schiena quando ho ricordato quella storia. Mi ha fatto riflettere su come sarebbe stato, ora.
La maggior parte della gente era d'accordo che il re legittimo riprendesse il suo posto, ma era anche palesemente preoccupata. Dylan era un assassino, nessuno sapeva se fosse davvero cambiato.
Sospirando, mi dirigo verso la camera di Aria. Non busso praticamente mai, e oggi non faccio eccezione. Apro la porta e trovo Aria seduta sulle ginocchia di un ragazzo intenta a sbaciucchiarlo.
Seriamente? Che tipa. Non mi ha nemmeno sentita entrare, così provo a renderla consapevole della mia presenza.
“Oh mio Dio! Bleah!” fingo di vomitare.
Riesco ad attirare la sua attenzione e lei interrompe bruscamente il bacio, le guance le si fanno cremisi.
Sollevo un sopracciglio e rimango lì, in attesa di spiegazioni.
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2
Aria scatta in piedi scioccata, ma l'uomo che le stava spingendo la lingua in gola pare incazzato per l'interruzione. Come potevo sapere che c'era qualcuno qui?
“Davvero?” brontola lui.
“Non dirmi “davvero”, sapevi che stavo arrivando”. Alzo gli occhi al cielo.
“Tesoro”, gli dice Aria.
Lui sbuffa e si alza in piedi. “Capisco quando non sono desiderato”.
Non riesco a trattenere una risata: “Oh, Chris, credevo che dopo cinque mesi ti fossi reso conto di essere il terzo incomodo in questa relazione”.
Chris non può fare a meno di sorridere: “Chiudi il becco. Ci vediamo stasera, piccola”.
Bacia Aria sulla fronte e mi dà un pugnetto scherzoso sulla spalla. Lo spingo via e gli faccio una linguaccia, poi chiudo la porta.
Aria mi trascina verso il suo letto, ma dopo aver assistito alla pomiciata, preferisco sedermi sul divano. Chissà cos'altro avranno combinato lì sopra!
Aria ha incontrato Chris cinque mesi fa. Lui era il beta. Suo padre aveva ricoperto quella carica fino alla tragedia, quindi ora aveva senso che la occupasse Chris in vista del ritorno del re.
Chris era stato mandato in un campo di addestramento poco prima di compiere diciotto anni. Si diceva che fosse con Dylan. Naturalmente, lui non aveva confermato né negato la cosa.
Al ritorno di Chris venne organizzata una grande festa in suo onore, e fu così che i due piccioncini si incontrarono.
Aria ha sempre sostenuto che se Chris avesse aspettato qualche mese prima di partire, si sarebbe reso conto che fosse lei la sua compagna.
Penso la preoccupasse il fatto che Chris potrebbe aver avuto delle scappatelle mentre era al campo, ma l'ho rassicurata. Era andato ad allenarsi, non a scopare in giro.
Aria non riusciva a smettere di sorridere, ero così felice che avesse trovato qualcuno. Ma ciò mi ricordava che non avevo ancora trovato il mio compagno.
Quello che mi avrebbe fatta arrossire come arrossiva Aria, che mi avrebbe amata e si sarebbe preso cura di me, quello che al solo pensiero e alla sola menzione del suo nome mi avrebbe fatta sorridere.
Mi si inumidiscono gli occhi ma trattengo le lacrime. Non era il momento di piangere. Aria meritava di essere felice, suo cugino stava tornando e ora aveva un compagno.
Ricordo quando mi aveva presentato Chris la prima volta. Gli disse che ero la sua migliore amica e lui scoppiò a ridere!
Così, con naturalezza, gli ho mostrato quale sarebbe stato il suo posto. Crescere con un fratello, oltretutto futuro alfa, mi ha insegnato molto.
Dopo un improvviso calcio nelle palle e il severo avvertimento di non prendere in giro Aria, Chris ha capito che facevo sul serio.
Harry aveva pianto dalle risate. L'avevo reso davvero orgoglioso, quel giorno. Per fortuna da allora io e Chris siamo diventati amici. Lui mi prende in giro e io prendo in giro lui.
Il nostro amore reciproco per Aria ci rende semplice andare d'accordo. Fra l'altro ha anche un incredibile senso dell'umorismo.
Sono rimasta a parlare con Aria per circa un'ora. Abbiamo riso così tanto da avere le lacrime. Ma le mie si sono tramutate rapidamente in lacrime di tristezza. Mi sentivo così sola senza un compagno.
Essendo un'amica fantastica, Aria mi ha confortata dicendomi che là fuori c'era qualcuno per me, che avrei trovato il compagno che meritavo.
Dopo questo piagnisteo, arrabbiata con me stessa, mi rimetto in sesto e usciamo dalla camera. Dopotutto, ero venuta ad aiutare.
Mentre ci dirigiamo al piano di sotto, una cameriera si precipita da Aria.
“Scusatemi, abbiamo bisogno della signorina Aria per la prova del vestito”.
Aria sbuffa: “Me ne ero dimenticata”.
Le rispondo, ridendo: “Vai pure, io scendo ad aiutare”.
Aria annuisce. “Non ci metterò molto!”
Non le credevo. Aria è una ragazza molto femminile. Amava le prove vestiti e farsi acconciare i capelli. Persa nei miei pensieri, sbatto contro Harry.
“Scusami, Harry. Ero soprappensiero”, gli dico sorridendo.
“Non preoccuparti, cara. Visto che sei qui per aiutare, tanto vale trovarti qualcosa da fare”, mi risponde Harry facendo l'occhiolino.
“Certo, dove vuoi che vada?”
“Potresti occuparti delle decorazioni. Mia figlia doveva aiutarti, dov'è?”
“Alla prova abito”, rispondo, stringendomi nelle spalle.
“Che tipetto, quella ragazza…” mormora.
Rido mentre Harry si allontana scuotendo la testa.
Forza, avevo del lavoro da fare. Mi dirigo verso il corridoio sospirando. Sarebbe stata una lunga giornata. Inizio ad appendere festoni e ghirlande con alcune cameriere.
Intanto, origlio i sussurri che si scambiano tra loro. Stavano parlando del re alfa.
Sento una di loro raccontare che il re alfa non vuole avere una compagna e che ha dichiarato pubblicamente di volerla rifiutare. Provo compassione per la povera ragazza che sarebbe diventata la compagna di questo ragazzo orribile.
Nemmeno l'avevo incontrato che già lo odiavo. Quelle parole mi avevano fatto uno strano effetto. Come se il mio lupo avesse iniziato a protestare con il mio corpo.
Continuo ad appendere decorazioni ripensando a quel discorso. Odio chi pensa di poter ripudiare il proprio compagno solo perché non gli va di averlo. Bisogna pensare alle conseguenze.
Il dolore che si prova a venir respinti è inimmaginabile. Mi è sempre dispiaciuto tantissimo per quelli a cui è capitato. Poi ci sono persone come me, ancora senza compagno.
Mi è montata dentro una gran rabbia, ma il mio lato razionale mi ha ricordato che ci sono sempre due facce della medaglia.
Una parte di me era dispiaciuta per il re. Forse non voleva una compagna perché aveva paura che morisse come sua madre.
Il trauma subìto in giovane età deve avergli cambiato diversi processi cognitivi.
Non è da me dare giudizi sulla base di un pettegolezzo. Ma su questo argomento sono particolarmente sensibile.
Scaccio via quei pensieri, continuando ad appendere striscioni. Poi raccolgo i pezzi di nastro adesivo caduti sul pavimento. Una volta finito, mi siedo per una breve pausa.
Quando mi torna l'energia per alzarmi, ammiro il mio lavoro, felice di come sia venuto. Le cameriere sono ancora in un angolo a spettegolare senza troppi problemi.
Avrei voluto dir loro qualcosa, ma scelgo di tacere. Era una perdita di tempo e avevo cose più importanti da fare.
La mia nuova mansione era aiutare la cucina nelle preparazioni. Non dovevo cucinare ma prendere gli ingredienti e tutto ciò di cui potevano aver bisogno.
Ho finito dopo un'ora, e lo staff mi ha ringraziata di cuore. Ma ho detto loro che ero felicissima di poter dare una mano.
Esco dalla cucina dirigendomi verso la camera di Aria, senza pensare che probabilmente non avrebbe fatto lì la prova del vestito.
Guardo il telefono e vedo che mi aveva appena scritto. Dice che il mio vestito si trova nella sua stanza e che posso prepararmi lì. Lei si sarebbe preparata nella stanza di Chris.
Per fortuna avevo deciso di lasciare lì il mio vestito qualche giorno fa. Torno nella camera di Aria, sollevata dal fatto che né lei né Chris siano apparsi.
Prendo un asciugamano e vado in doccia. Dovevo muovermi, gli ospiti sarebbero arrivati presto. Mi lavo in tempo record assicurandomi di essermi rasata a dovere.
Mi asciugo velocemente e metto mutande e reggiseno, mi infilo il vestito e spazzolo i capelli. Lascio che le mie onde naturali si asciughino all'aria.
Di solito ci mettono pochissimo.
Passo al trucco: metto un po' di fondotinta, il mascara, l'eyeliner e l'ombretto, assicurandomi che sia ben abbinato, e passo un velo di lucidalabbra. Infine, indosso scarpe col tacco, un paio di orecchini per completare il look, e sono pronta e puntuale. Sento gli ospiti arrivare.
Metto in ordine velocemente la stanza di Aria, non volevo che al rientro la trovasse in questo stato.
Scendo le scale e prego affinché non accada nulla di male. È una serata importante per Aria, per Harry e anche per Dylan.
Ci mancava solo che capitasse una tragedia alla sua festa di bentornato.
Ma, naturalmente, non va mai tutto secondo i piani. O sbaglio?
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