Corri

SUMMER

Passarono tre settimane.

Tre settimane da quando aveva iniziato a escogitare il suo piano. Tre settimane ad aspettare, sperare e pregare che arrivasse il suo momento.

Tre settimane in cui aveva sofferto in silenzio.

Seduta in cucina a sorseggiare la sua tazza di caffè, con un nuovo livido sulla guancia quasi completamente guarito, sospirò tra sé e sé. Non sarebbe riuscita a resistere ancora a lungo.

Diede un morso alla sua omelette prima di chiamare il suo compagno. "Todd, la tua colazione si sta raffreddando!"

Scrollò le spalle quando non ricevette risposta, felice di avere un po' di tempo per stare tranquilla senza doversi preoccupare del suo tempestoso compagno.

Inspirò bruscamente quando Todd uscì di corsa dalla camera da letto.

"Non posso mangiarla, tesoro, devo andare, c'è una disputa al confine. Quel gruppo di ribelli che ha creato problemi qualche tempo fa sembra essere riapparso".

Summer gli rivolse un leggero sorriso mentre lui le baciò la guancia ammaccata.

"Ok, fai attenzione", rispose lei, mentendo tra i denti. Aveva pregato ogni giorno per quattro anni perché una di quelle volte lui non tornasse più a casa.

"Sempre". Lui le fece l'occhiolino prima di uscire di corsa dalla porta.

Ecco qua...

Summer rimase in silenzio per un attimo, pregando che non si fosse dimenticato qualcosa e che tornasse a varcare quella porta.

Dopo qualche istante, si alzò velocemente dal suo posto a tavola, mentre la determinazione la attraversava.

Corse in garage e aprì la porta del vecchio frigorifero che avevano come deposito extra. Rovistò al suo interno, spostando il cibo che aveva ammucchiato per arrivare a quello che aveva nascosto.

Sorrise mentre afferrava le sacche di sangue che aveva rubato dalla clinica del branco qualche settimana prima, quando Todd aveva insistito per una donazione.

Aveva finto di non volerci andare, sostenendo di odiare gli aghi, in modo da non farlo insospettire quando lei se ne sarebbe andata via in preda al panico.

Sapeva che poteva essere un rischio, ma sapeva anche che lui non le avrebbe mai trovate dentro al frigo, a meno che non gli fosse venuta improvvisamente voglia di cucinare la cena, cosa che non sarebbe mai successa.

Era il suo dovere di compagna, pensò tra sé e sé mentre la sua voce riecheggiava nella sua mente.

Prese le borse e corse in casa, posandole sul bancone prima di fare un respiro profondo.

Corse in tutte le stanze della casa, buttando all'aria i mobili e graffiando i cuscini. Ruppe sedie e specchi e gettò tutto a terra.

Poi prese la prima sacca di sangue e ne strappò l'angolo, spruzzando sangue in tutta la casa finché tutte le sacche, tranne una, furono vuote.

Guardò il disordine che aveva creato, soddisfatta dell'aspetto.

"Sembra proprio che un ribelle sia passato di qui", sussurrò orgogliosa a se stessa, infilando le sacche vuote nella borsa che teneva a tracolla.

Sì, è proprio così! Andiamo! Disse Freya con eccitazione.

Summer si ritrovò in piedi vicina alla porta sul retro con in mano l'ultima sacca. Versò il resto del sangue creando una pozzanghera sul pavimento prima di prendere lentamente la strada dietro la casa e verso il bosco alle sue spalle.

Corse per un po', lasciando cadere un misto di sangue proprio e di quello rubato prima di decidere che si era allontanata abbastanza.

Tornò sui suoi passi fino alla casa prima di trasformarsi e correre nella direzione opposta alla scia di sangue, con la sua lupa che correva nel bosco con tutte le sue forze.

"Corri e basta", disse a se stessa, sapendo che doveva muoversi velocemente e superare il confine prima che lui tornasse a casa.

Pregò che la disputa tra i ribelli durasse ore, che lui non tornasse a casa prima che lei se ne fosse andata da un pezzo.

Si mise a correre attraverso il bosco, con il cuore che le batteva forte mentre si spingeva verso il confine.

"Possiamo farcela", sussurrò mentre ci si avvicinava, cercando di non illudersi, sapendo che avrebbe potuto essere catturata di nuovo come era successo le altre due volte.

"Corri e basta", ripeté, spingendosi in avanti nonostante la stanchezza stesse iniziando a prevalere.

Siamo quasi arrivate! La sua lupa urlò mentre correvano più velocemente.

Il suo cuore batté con forza nel petto, tutto il suo corpo si infiammò di adrenalina e speranza mentre attraversava il confine della casa del branco, rifiutandosi di fermarsi finché non fosse morta per la stanchezza o non si fosse allontanata abbastanza da non essere più ritrovata.

A quel punto le sarebbero andate bene entrambe le possibilità.

Ore dopo, Summer si fermò per un attimo quando trovò un piccolo ruscello nella foresta, fermandosi solo per bere e ricaricare le energie prima di ripartire.

Non importava quanto lontana fosse, non sarebbe mai stato abbastanza.

Man mano che la giornata si avvicinava alla sua fine e la stanchezza divenne più difficile da ignorare, Summer passò dalla corsa alla camminata.

Freya era forte solo fino a un certo punto e le loro energie si stavano esaurendo mentre correvano tra gli alberi, con i rami bassi che le graffiavano mentre si allontanavano da casa.

Dobbiamo fermarci... Freya piagnucolò mentre continuavano a correre.

"No!" Summer insistette. "Non siamo abbastanza lontane! Continuiamo a correre! Dobbiamo continuare!"

Quando il sole finalmente scese sotto l'orizzonte e l'oscurità si impossessò della foresta, Summer capì che non avrebbe resistito a lungo.

Corse fino a quando i suoi piedi non cedettero e cadde a terra, con la stanchezza che prese il sopravvento.

Si sdraiò sulla terra, dolorante e stanca, mentre l'adrenalina cominciava lentamente a svanire. Stava morendo di fame e il suo stomaco brontolò forte mentre si sdraiava a terra.

Era fresco e l'aria notturna rendeva fredda la terra e le foglie sotto di lei. Respirò pesantemente, il suo ansimare finalmente rallentò mentre si calmava.

Il sonno arrivò quasi subito e la sua unica protezione furono i rami bassi dell'albero accanto a sé.

"Ce l'abbiamo fatta..." Mormorò mentre si addormentava, mentre la stanchezza la prendeva.