I lupi occidentali - Copertina

I lupi occidentali

Abigail Lynne

Capitolo Due

HAVEN

"Andiamo, Haven! Farai tardi!"

Mi morsi il labbro e guardai ancora una volta il mio riflesso. I miei capelli biondi avevano le loro solite onde naturali, ma ne avevo raccolta una parte con un fermaglio, in modo da farli sembrare un po' meno in disordine.

Il mio trucco non era niente di speciale, in parte per la mia incapacità di applicarlo, e in parte perché il look naturale si adattava a ciò che mi circondava.

Pensavo di essere a posto, ma adesso che era ora di andare cominciavo a dubitare di me stessa.

"Haven, dico sul serio, non vuoi arrivare in ritardo, vero?" urlò mia zia. Sospirai, presi il mio zaino e scesi le scale.

Diventavo sempre più nervosa a ogni passo che facevo.

"Scusa, mi stavo solo lavando i denti".

Lo sguardo di zia Sarah si ammorbidì. "Nervosa?"

Annuii con freddezza. "Estremamente".

"Non preoccuparti, piccola, sei uno schianto! Ti adoreranno!"

Non ero sicura a chi si stesse riferendo. Di certo non mi stava promettendo che l'intero corpo studentesco mi avrebbe amato.

"Hai diciassette anni, giusto?" mi chiese qualche minuto dopo, mentre guidava.

Annuii. "Sì, perché?"

"Quindi puoi guidare?"

Scrollai le spalle. "Beh, ho il foglio rosa, quindi posso guidare solo con un altro conducente autorizzato..."

Rise. "Sei brava?"

"Sì, credo".

Mi sorrise di rimando. "Perfetto, dovremo prenderti una macchina, allora. Se sai cosa stai facendo, i poliziotti qui intorno ti lasceranno in pace. In questo modo, potrò partire prima la mattina e tornare a casa prima".

Mi sono morsa il labbro. "E se prendo una multa?"

"Beh, dopotutto sono un avvocato!" Rise e girò a destra.

Apparve un grande edificio, simile a una prigione, e mi si contorse lo stomaco.

Quel posto squallido non poteva che essere una scuola superiore.

"Eccoci qui, Il Liceo Thompson! Oh, ti piacerà qui". Si fermò davanti alla scuola e sorrise. "Ci siamo, Haven. Spero che tu abbia una buona giornata".

Sorrisi nervosamente e cominciai a slacciare la cintura di sicurezza quando lei mi fermò.

"Hai i soldi per il pranzo?"

Annuii, e lei sorrise. "Perfetto, ora sorridi!"

Sorrisi, e lei mi rispose con un sorriso ancora più grande. "Bene, niente cibo tra i denti".

Arrossii con imbarazzo e scesi dalla macchina. Le mandai un saluto veloce e la guardai lasciare il parcheggio.

Avevo la sensazione che mia zia Sarah sarebbe stata più simile a una sorella maggiore che a un tutore legale.

Feci un respiro profondo e mi girai, fissando l'enorme edificio di fronte a me.

La maggior parte degli studenti erano in piedi, radunati in gruppi appena fuori dalle porte della scuola, mentre altri si stavano attardando sul prato o erano seduti sui gradini.

Mi misi la borsa su una spalla e mi avviai.

Nessuno mi prestò attenzione mentre entravo nella scuola e mi dirigevo verso l'ufficio. Non è che una nuova studentessa avesse tutti gli occhi puntati addosso, o cose del genere.

Ma, comunque, mi ero aspettata una qualche reazione. Non averne ricevute mi fece sentire sollevata, e quando entrai nell'ufficio riuscii a rilassarmi un po'.

"Buon giorno, sono Haven Mathie, una nuova studentessa appena trasferita", dissi alla segretaria.

La segretaria mi osservò il volto e cercò tra alcuni documenti che erano sulla sua scrivania. "Haven Mathie, classe dodici, giusto?"

Annuii, e lei mi porse una cartella sottile. Sbirciai dentro e vidi il mio orario, una mappa della scuola, una pagina del codice di condotta degli studenti e un foglio che dovevo far firmare a tutti i miei insegnanti.

"Quando suona la prima campanella?" Chiesi.

La donna guardò l'orologio, accigliandosi: "tra circa quindici minuti. Buona fortuna per il tuo primo giorno".

La ringraziai e mi diressi di nuovo verso i corridoi affollati. Guardai la mia agenda, che aveva il numero del mio armadietto stampato sopra: B167. Emisi un gemito e mi guardai intorno, non avendo idea di dove andare.

Vagai, con la faccia incollata alla mappa, venendo spintonata un po' qua e là per via del corridoio affollato e della mia mancanza di concentrazione. All'improvviso mi sentii una mano sul braccio e trasalii.

"Ehilà, scusa se ti ho spaventato; sembravi solo un po' persa". Mi girai e vidi un ragazzo incredibilmente bello.

Era biondo, con profondi occhi marroni e labbra morbide e rosa. Aveva un naso dritto e zigomi alti, che brillavano sotto un'abbronzatura dorata.

Quando lo guardai più da vicino, mi resi conto che lo conoscevo. Era il ragazzo che avevo visto correre con la ragazza la sera prima.

"Oh, io, ehm… ciao". Sbattei le palpebre un paio di volte, per cercare di schiarirmi le idee.

Il ragazzo sorrise, facendomi contorcere lo stomaco per l'emozione. Aveva gli occhi più intensi che avessi mai visto.

"Io sono Jude, e tu?"

Sorrisi. "Haven, sono nuova di qui".

"Lo immaginavo, visto che non hai idea di dove stai andando".

Arrossii. "Siamo vicini di casa", sbottai.

Lui si mise a ridere. "Lo siamo adesso?"

Annuii. "Sì, ti ho visto correre con una ragazza... giuro che mi hai visto anche tu..."

Jude scrollò le spalle, sembrando a suo agio. "Probabilmente era Rachel, mia sorella".

Annuii. "Puoi aiutarmi a trovare il mio armadietto? È il B167".

Jude alzò la mano e si arruffò i capelli. "Ma dai, è proprio accanto al mio".

Lo stomaco mi si contorse ancora di più mentre cercavo di rimanere disinvolta. "Forte".

Jude rise. "Ci sto andando ora, ti faccio strada".

Mentre camminavamo per i corridoi, un gruppo di persone a caso salutò Jude e mi guardò. Mi limitai a camminare, felice di aver già fatto una conoscenza.

"Allora, da dove vieni?" Mi chiese.

"Pennsylvania", risposi.

Lui annuì. "È piuttosto lontano da qui. Qualche motivo in particolare?"

Faticai a trovare le parole giuste. "Sono venuta a vivere con mia zia Sarah".

"E i tuoi genit.".

"Ehi, Jude!"

Guardai la bionda minuta che avevo visto correre verso di noi la sera prima. Quando mi vide si fermò, poi guardò Jude come in cerca d'aiuto.

Lui sorrise e annuì. Lei si avvicinò e mi tese la mano.

"Sono Rachel, tu devi essere quella nuova".

"Quella nuova?" Chiesi.

Rachel arrossì. "Volevo dire la nuova studentessa".

Annuii lentamente e sorrisi appena. "È un piacere conoscerti, Rachel. Io sono Haven... quella nuova".

Jude ridacchiò e mi mostrò il mio armadietto. Misi rapidamente via le mie cose e mi voltai verso Jude e Rachel.

"Dato che i nostri armadietti sono vicini, probabilmente siamo nell'aula magna insieme. Posso vedere il tuo orario?"

Diedi a Jude il mio orario e osservai i suoi occhi scorrere lungo il foglio.

"Allora?" Chiesi, sperando che avessimo almeno una lezione insieme.

"Abbiamo inglese e arte insieme, e hai educazione fisica insieme a Rachel".

Rachel grido: "fantastico! Domineremo quella classe".

La guardai di sbieco. "Non credo che dominerò la classe di ginnastica molto presto. Faccio schifo negli sport".

Lei si mise a ridere. "Buona questa".

La prima campanella suonò e i suoi occhi marroni si allargarono. "Comunque, devo andare. Il signor Archer è un brontolone se sei in ritardo. Ci vediamo a pranzo!"

"Andiamo ad affrontare insieme il terrore dell'inglese, Haven?" Mi chiese Jude, aggrottando le sopracciglia.

Mi misi a ridere. "Certo che sì".

Ci dirigemmo verso la nostra classe e prendemmo posto l'uno accanto all'altra. L'insegnante mi guardò e poi tornò a scrivere alla lavagna.

Quando suonò la campanella, si girò e ci osservò tutti.

"Buongiorno, classe! Prima di iniziare la lezione, volevo solo prendermi un secondo per permettere alla nostra nuova studentessa di presentarsi!"

Annuii e mi alzai in piedi con un sorriso luminoso. "Ciao a tutti, sono Haven e mi sono appena trasferita qui dalla Pennsylvania-"

"Scusi il ritardo, signor Muñoz!" Una voce profonda rimbombò, interrompendomi. Dal suono, non era veramente dispiaciuto - sembrava che stesse prendendo in giro l'insegnante.

"Logan, hai una giustificazione per il ritardo?" Il signor Muñoz lanciò un'occhiataccia al ragazzo.

Seguii il suo sguardo e mi bloccai subito. Sulla porta c'era un ragazzo alto e muscoloso che non sembrava affatto un ragazzo.

Aveva una massa di capelli scuri, lunghi e disordinati, che gli pendevano sulla fronte e gli sfioravano gli occhi grigi.

I muscoli definivano ogni centimetro del suo corpo, e il suo sorriso da diavolo diceva che sapeva che il suo aspetto poteva far svenire qualsiasi ragazza.

"No".

La sua voce mi scosse nel profondo. Era ruvida, ma stranamente morbida e confortante al tempo stesso. Sembrava una voce che apparteneva al potere, alla sicurezza.

Distolsi gli occhi e arrossii quando mi resi conto che il mio lupo aveva emesso un brontolio di apprezzamento alla vista del ragazzo.

"Beh, vai a prenderne una, allora".

Il ragazzo rise. "Lo farei, ma poi probabilmente finirei per perdere altri dieci minuti della sua meravigliosa lezione, signor Muñoz. E non è quello che vorremmo, giusto?"

L'insegnante era furibondo, ma il resto della classe sghignazzava. "Siediti e basta, Logan".

Il ragazzo scrollò le spalle e prese posto proprio dietro il mio banco.

"Perché sta in piedi?" Gli sentii chiedere.

Arrossii e mi sedetti, con dentro un senso di sconfitta. Jude mi si avvicinò e mi diede una rapida stretta alla mano, rassicurandomi.

Cercai di concentrarmi sulla lezione, ma era difficile, quando tutto quello che potevo sentire erano le osservazioni intelligenti di Logan, che arrivavano a intermittenza, specialmente se il signor Muñoz si confondeva su un evento o dimenticava alcune parti della sua lezione.

Quando suonò la campanella, uscii il più velocemente possibile. Ero solo vagamente consapevole che Jude mi stava seguendo.

"Ehi, stai bene?" Mi chiese, sembrando preoccupato.

Scrollai le spalle, non dandogli importanza. "Ho il cervello fritto. Nuova scuola, lezione noiosa, tutto qui".

Jude sorrise, con fare un po' saccente. "Per non parlare del fatto che Logan è nella nostra classe. Ha la reputazione di essere l'idiota della scuola. Ma non è un ragazzo così cattivo, almeno non per me".

Feci spallucce e decisi di cambiare argomento. "Abbiamo la prossima lezione insieme?"

Jude scosse la testa e mi sentii mancare la terra sotto i piedi. "Purtroppo no. Però abbiamo insieme l'ultima. Ma non preoccuparti, ti accompagnerò alla tua lezione di storia".

Sorrise. "Poi, passo a prenderti prima di pranzo, se vuoi. Non vorrei che ti sedessi sola soletta il tuo primo giorno".

Gli sorrisi, il sollievo mi fece calmare i nervi dello stomaco. "Grazie, Jude. Sarebbe fantastico".

Lui mi sorrise: "nessun problema".

Prima che me ne accorgessi, eravamo arrivati alla mia classe di storia. Ringraziai Jude per il suo aiuto ed entrai, sentendomi di nuovo a disagio.

Presi posto in fondo alla classe e mi misi a scarabocchiare la superficie del mio rilegatore. Poi sentii una risata profonda e mi venne da gemere.

Sbirciai tra le ciglia e vidi Logan entrare con un ragazzo alto alle sue spalle.

"Amico", sentii sussurrare il ragazzo sconosciuto, "è quella la nuova ragazza? È sexy. Beato Jude".

Sono arrossita e ho scarabocchiato più velocemente.

"Sexy? Non credo, è mediocre, se è già tanto. Jude può averla".

Le sue parole mi trafissero come un coltello. Non mi conosceva nemmeno e mi stava già mettendo da parte.

Non avevo bisogno di venire apprezzata, non da un estraneo. Ma ero umana - o almeno, per lo più umana - e mi faceva male che il mio aspetto venisse criticato.

"Dici sul serio? Devi essere pazzo, guardala! Tutta carina e innocente. Non vorresti prenderla e..."

Logan gemette. "Tieniti i tuoi sporchi pensieri per te, ok, Deacon?"

Sentii Deacon ridere e arrossii ancora di più. Anche loro si sedettero nell'ultima fila, così tutto ciò che separava Deacon da me era solo un banco vuoto.

Il nostro insegnante di storia, il signor Gades, non perse tempo a presentarmi, ma decise invece di iniziare subito la lezione.

Mentre stavo copiando furiosamente le note che erano sulla lavagna, un pezzo di carta cadde sul mio quaderno.

Lo guardai per un attimo, poi decisi, contro ogni buon senso, di aprirlo.

Vuoi scopare?

Dovetti ingoiare il vomito che mi saliva in gola. Strappai l'ignobile biglietto fino a quando non fu altro che coriandoli di carta.

Guardai Deacon, che stava sorridendo e facendo gesti inappropriati verso di me, e lo guardai male.

Poi guardai Logan, che mi guardava con un'espressione distaccata, quasi professionale.

Osservai la sua faccia fredda per poi distogliere lo sguardo, non volendo incontrare i suoi occhi.

Quando suonò la campanella uscii di corsa dalla classe per evitare Deacon e mi imbattei nel corpo solido di Jude. Si mise a ridere e mi afferrò le spalle, sostenendomi.

"Tutto bene? Sembri un po' agitata".

Allontanai le sue mani e borbottai: "sto bene".

Proprio in quel momento, Deacon e Logan uscirono dall'aula, facendo un gran baccano. Dal modo in cui gli altri studenti li ignoravano, capii che facevano sempre quel tipo di scena.

Deacon mi fece l'occhiolino e sorrise a Jude prima di sparire nel corridoio. Logan non mi diede una seconda occhiata.

"Beh, sembra che si sia interessato a te. Ma non c'è bisogno di preoccuparsi, non durerà a lungo. Una settimana al massimo".

Jude rise e mi prese la mano nella sua come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Quando mi toccò, sentii un calore, una sorta di effetto calmante, che mi attraversò, facendomi sorridere.

Mi trascinò fino alla caffetteria dove comprammo il pranzo e poi ci sedemmo con Rachel e la sua amica Cecily.

"Tutti parlano di te, Haven!" Strillo Rachel. "A quanto pare i ragazzi stanno facendo scommesse su chi si metterà con te per primo. Io scommetto su Jude".

Mi soffocai quasi con l'acqua e la sentii gocciolarmi sulla camicia. Fissai Rachel con gli occhi spalancati, mentre Jude rideva con nonchalance.

"Non è divertente, Jude!" Cercai di essere seria, ma la sua risata era contagiosa, e mi ritrovai presto a sorridere contro la mia volontà.

"Ugh, è così disgustoso", ho sentito Cecily sussurrare.

Mi girai e vidi Logan baciarsi con una brunetta. La vista mi mandò una strana fitta allo stomaco e me ne rimproverai.

Non potevo illudermi nell'antica fantasia di catturare l'attenzione del bel cretino. Avevo bisogno di ripulirmi il cervello.

"Ma chi è quello?" Chiesi, tamponandomi il davanti della camicia con un tovagliolo.

Cecily sbuffò, scuotendosi i capelli rossi sulle spalle. "Logan e la sua ragazza. Lei si chiama Dakota ed è una vera stronza".

Naturalmente.

Rachel rise. "Sono d'accordo".

"Non fanno altro che pomiciare". Cecily fece una smorfia.

Mi stropicciai il naso. "Che schifo".

Mi guardai alle spalle e vidi con sollievo che avevano smesso di baciarsi.

Come se avesse percepito il mio sguardo, Logan si voltò e incontrò i miei occhi.

Fu allora che il mondo si bloccò.

Ero persa, completamente e totalmente persa in quegli occhi grigi. Mi tenevano prigioniera.

Era come se il mio corpo fosse stato fulminato: ogni cellula era viva, in tensione. E all'improvviso, mi sentii completa.

Il che era strano, considerando che non avevo mai notato che mancava qualcosa, prima.

Il momento fu rovinato quando Rachel mi gettò il suo tovagliolo in faccia. Girai bruscamente la testa per fissarla, non desiderando altro che ringhiare, ma sapendo che dovevo trattenermi.

"Che diavolo era quello!" Chiese Cecily, sembrando sconvolta.

"Cos'era cosa?" Guardai Jude, che stava fissando il suo pranzo.

"Stavi fissando Logan come se fossi pronta a seguirlo giù da una scogliera!" Spiegò Rachel.

Scossi la testa. "No, non è vero".

Cecily si accigliò. "Sembravi persa..."

Rachel ci distrasse improvvisamente. "Guarda un po'!" Ci girammo tutti verso Logan.

Dakota stava cercando di arrivare al suo viso, ma lui continuava a respingerla, rifiutando il suo affetto.

Lui la guardò male e disse qualcosa che non riuscii a sentire. Poi rivolse il suo sguardo verso di me. Mi bloccai, proprio come l'ultima volta, ma per una ragione completamente diversa.

Logan mi stava fissando senza alcun calore nei suoi occhi grigi.

Continuò a fissarmi mentre rovesciava il suo vassoio e usciva come una furia dalla mensa, sbattendo la porta e lasciando ogni studente a fissarlo.

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