I confini della ragione - Copertina

I confini della ragione

Michelle Torlot

Capitolo 2

EMBER

Infilo i miei pochi averi in uno zaino. In realtà, le uniche cose a cui tengo sono due fotografie: una dei miei genitori e una di me e Oliver in tempi più felici.

Mi sembra ancora ingiusto che io debba andarmene, quando è Noah ad aver fatto qualcosa di sbagliato. È ingiusto, ma non mi sorprende.

Tuttavia, non capisco perché alfa Stone mi stia mandando al branco della Luna Nera.

Si dice che lì siano tutti addestrati a combattere, persino le femmine. Qui, alle femmine non è nemmeno permesso di allenarsi per autodifesa.

In più, sono una tipetta minuta: sono sempre stata al di sotto della media, ma in questi giorni sono proprio pelle e ossa. Da quando Noah mi ha rifiutata mangio a malapena, nonostante mio fratello mi invogli a farlo. Quando mi stringo le braccia al costato, riesco a contarmi le ossa.

Si dice che alfa Damon non tolleri alcun tipo di debolezza, quindi probabilmente appena mi vedrà vorrà uccidermi.

Sento un forte colpo alla porta d'ingresso e capisco che è ora di andare. L'ora che mi hanno concesso è passata in fretta.

Avverto un colpetto molto più delicato alla porta della mia camera da letto, dopodiché Oliver la spinge delicatamente per aprirla.

"C'è qui il beta Matthews", mi informa guardando il pavimento. "Non posso venire con voi al confine… Ordini dell'Alfa".

L'ultimo atto crudele di alfa Stone. Oliver non ha nemmeno il permesso di salutarmi. Il nostro alfa vuole solo che io sparisca e venga dimenticata.

La cosa non mi sorprende affatto. Annuisco e Oliver mi abbraccia.

"Tieni la testa bassa e fai quello che ti viene detto", sussurra.

Prego la Dea della Luna che mio fratello non si dimentichi di me.

Quando apro la porta d'ingresso, il beta Matthews è lì in piedi, impaziente. "Sbrigati", ringhia.

Il suo grande SUV è parcheggiato davanti a casa nostra. Mi accomodo all'interno e, quando sbatte la portiera del lato del guidatore senza dire una parola, sussulto visibilmente.

Non ho idea di quanto sia lontano il branco della Luna Nera. So solo che il beta Matthews mi sta portando ai confini del territorio del nostro branco e che sembra scocciato di dover portare a termine il compito.

Arriviamo a un incrocio a T e la macchina si ferma. Questa strada è appena fuori dal territorio del branco della Luna Calante, nella terra di nessuno.

"Esci", ringhia Matthews. "Tra poco verranno a prenderti".

Deglutisco e apro la portiera. Il secondo dopo essere uscita e aver chiuso la portiera, lui accelera sgommando.

Non posso credere che mi abbia abbandonata sul ciglio della strada.

Mi siedo su un piccolo ceppo d'albero ad aspettare. Non ho nemmeno idea di chi io stia aspettando. Forse non mi stanno trasferendo di branco. Forse Matthews mi ha semplicemente scaricata fuori dai confini del branco per lasciarmi qui a morire.

Mi viene in mente di tornare a casa di nascosto. Potrei dire che quelli della Luna Nera non sono mai venuti a prendermi… Tuttavia, ci vorrebbero un bel po' di ore per tornare a piedi e sono sicura che alfa Stone troverebbe un altro modo per sbarazzarsi di me.

Non ho nemmeno finito di accantonare quel pensiero quando sento il rumore di un motore. Alzo lo sguardo e vedo un furgoncino in avvicinamento. È tutto nero e ha i finestrini oscurati, quindi non riesco a vedere l'interno.

È questo il mio destino?

Si ferma a due passi da me e una delle portiere si apre. Un uomo grande, grosso e molto abbronzato mi guarda dall'alto in basso. Ha i capelli lunghi legati in una coda di cavallo. Gli occhi color cioccolato mi scrutano prima che gli appaia un cipiglio sul volto.

È vestito di scuro e la maglietta gli aderisce al torso come una seconda pelle, non riuscendo a nascondergli i muscoli. I pantaloni cargo infilati negli stivali pesanti lo fanno sembrare un soldato.

"Ember? Ember James?" domanda.

Annuisco e mi alzo in piedi.

L'uomo salta fuori dal furgoncino e si mette accanto alla portiera. "Sono il beta Joshua Vance. Sei l'ultimo prelievo, entra".

Sorride mentre lo supero e salgo. La cosa mi sorprende, ma non ricambio. Non ho molto da sorridere. Tutti i piani per tornare a casa di nascosto sono infranti.

Mi do un'occhiata intorno. A bordo del furgoncino ci sono altre cinque persone: tre uomini e due donne. Sembrano felici, ma non so perché.

Gli uomini sono di stazza simile a quella di mio fratello. Sento immediatamente il cuore stringersi al pensiero di Oliver, così cerco di allontanarlo. Le donne sono alte e belle, con curve e muscoli nei punti giusti.

Non c'è da stupirsi che il beta Vance si sia accigliato nel vedermi. Probabilmente si aspettava che avessi lo stesso aspetto, ma io non sono affatto come loro.

Non si vestirebbero così, se facessero parte del branco della Luna Calante. Sono alla moda: indossano jeans e magliette attillate, molto diverse dal mio semplice abito sottoveste che mi arriva sotto le ginocchia. Tutte le donne del mio branco vestono allo stesso modo.

"Il mio branco". Ora non è più il mio branco, a meno che l'alfa di quello della Luna Nera non mi rimandi a casa… il che non è molto probabile. Anche se lo facesse, dubito che alfa Stone mi rivorrebbe indietro.

Trovo un posto libero in fondo. Non appena mi siedo, il furgoncino avanza con uno scossone.

Appoggio la testa al finestrino e mi stringo le braccia al corpo mentre osservo gli alberi finché non si diradano e la foresta scompare, scoprendo una visuale di desolati campi infiniti.

Dubito che rivedrò mai più casa mia. Il lago, la cascata. È sempre stato il mio rifugio sicuro.

"Ciao, io mi chiamo Crystal, tu?"

Mi guardo intorno e vedo una delle donne che si è chinata verso di me dal sedile di fronte. È splendida: ha i capelli rosso vivo e gli occhi verdi.

"Ember", borbotto.

Fruga in una borsa sul sedile accanto a lei e tira fuori dei panini. "Ne vuoi uno?" Mi chiede.

Scuoto la testa e distolgo lo sguardo, tornando a fissare fuori dal finestrino.

"Come vuoi", sbuffa mentre comincia a mangiare.

Forse sta cercando di essere amichevole, ma io non resterò lì abbastanza a lungo per fare amicizia. Qui sono tutti grandi e forti, persino l'autista. Io sono minuta e debole, non durerò nemmeno cinque minuti.

Il beta Vance viene a sedersi davanti a me, anche lui con un panino in mano. Me lo offre. "Dovresti proprio mangiare qualcosa. Il viaggio è lungo".

Punto lo sguardo sul suo petto, evitando il contatto visivo, e scuoto la testa. "Non ho fame", borbotto.

Non è una bugia. Non ho più avuto fame dal giorno in cui Noah ha messo fine alla mia vita come la conoscevo.

***

TRE GIORNI PRIMA.

Oggi nel branco si respira un'aria entusiasmante. Tre dei nostri giovani guerrieri stanno tornando dopo tre anni di assenza.

Ogni anno, il re gira per i branchi e sceglie dei giovani lupi da inserire nella sua guardia d'élite. È un grande onore quando anche solo una persona viene scelta, figuriamoci tre.

L'intero branco è immensamente orgoglioso di Noah, Eric e Peter, ed è desideroso di riaverli con sé. Sono partiti come ragazzi, ma torneranno da uomini, alcuni dei guerrieri meglio addestrati al mondo.

Quando se ne sono andati avevo sedici anni. Loro ne avevano due in più di me, proprio l'età giusta per trovare una compagna, ma è quasi impossibile che abbiano conosciuto qualche femmina compatibile, durante la loro esperienza nella guardia.

Questo significa che torneranno a casa non accoppiati, e c'è molta eccitazione tra tutte le lupe che hanno l'età per trovare un compagno. Tutte sperano che uno dei nostri tre guerrieri migliori le faccia loro.

Di solito lavoro in ospedale, ma oggi do una mano nelle cucine a preparare il banchetto per gli eroi di ritorno a casa. Gli altri non mi prestano molta attenzione e io cerco di rendermi il più invisibile possibile.

Preferirei di gran lunga essere in ospedale, ma come al solito mi limito a eseguire gli ordini.

Le altre ragazze corrono a destra e a sinistra per assicurarsi che tutte le patate vengano sbucciate, ma quando cominciamo a sentire il fragore degli applausi, lasciamo perdere quello che stiamo facendo e corriamo fuori per unirci al resto del branco nel dare il benvenuto a casa ai nostri guerrieri.

Mentre si dirigono verso la casa del branco, percepisco un profumo caldo e speziato nell'aria. È così invitante che devo avvicinarmi, spingendomi con più urgenza tra la folla che si sta radunando.

Quando vedo Noah, i capelli rossi sciolti sulle spalle, capisco subito cosa sta succedendo.

Compagno, ringhia dentro di me la mia lupa.

Corro verso di lui, aspettando che faccia lo stesso… Eppure non lo fa. Si ferma di scatto.

"Compagno", sussurro.

Noah mi guarda, poi inizia a ridere. "Credi davvero che vorrei una nanetta come te come compagna?"

Questo non è il Noah che ricordo, gentile e premuroso. Colui che aveva sempre un sorriso per tutti.

Fa un passo verso di me. "Io, Noah Danson, rifiuto te, Ember James, come mia compagna".

La folla ha un sussulto.

Fa un passo verso di me. "Accettalo. Ora", ringhia.

Mi stringo le mani al petto e cado in ginocchio mentre sento il dolore esplodermi dentro. "Io, Ember James, accetto il tuo rifiuto", mormoro. Le lacrime mi rigano le guance mentre il legame di coppia si spezza, come se mi avessero piantato un coltello nel petto.

Noah stringe i denti e fa una leggera smorfia. So che lo sente anche lui, ma un guerriero è addestrato ad affrontare il dolore.

Guarda verso sinistra e si dirige verso la folla, cingendo con un braccio la prima lupa che vede. Non la conosco, ma quello è il suo modo per dirmi che chiunque sarebbe meglio di me.

"Tu sei più il mio tipo", ridacchia Noah, poi preme le labbra su quelle di lei.

La ragazza grida di gioia e gli cinge il collo con le braccia.

La folla li accerchia e riprende ad applaudire, lasciandomi in ginocchio nel fango.

***

PRESENTE

Il beta mi guarda e aggrotta le sopracciglia. "Ti sei offerta volontaria per questo trasferimento?" mi chiede.

Dovrei dirgli di sì. Tutti i trasferimenti dovrebbero essere volontari. È per impedire il trasferimento di lupi problematici che un alfa non vuole bandire.

Dovrei, ma non lo faccio. Se mento, lui se ne accorgerà. Il suo lupo sarà in grado di captare l'odore delle mie bugie. È un dono che hanno i lupi di rango.

Inoltre, perché dovrei essere fedele al mio alfa? Lui mi ha respinta, proprio come ha fatto il mio compagno. Probabilmente il branco della Luna Nera farà lo stesso.

Deglutisco nervosamente e scuoto la testa.

Il beta Vance mi fissa e stringe gli occhi. Probabilmente mi sta valutando: sta cercando di capire se il mio vecchio branco voleva sbarazzarsi di me perché ero ribelle e problematica.

Non ero nessuna delle due cose. Sono sempre stato una brava lupa, ho sempre fatto quello che mi veniva detto. Persino oggi ho fatto come mi è stato detto e non ho opposto resistenza.

Il beta Vance si alza e si sposta verso la parte anteriore del furgoncino, dopodiché tira fuori il telefono. Mi lancia uno sguardo prima di mettersi a digitare sullo schermo.

Sono spacciata.

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