Il suo adorabile animaletto - Copertina

Il suo adorabile animaletto

Kimberly Writes

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Chapter
15
Age Rating
18+

Summary

Cresciuta come prigioniera in un negozio di ""animali"" per vampiri, Olivia spera di non finire un giorno nelle grinfie dei brutali mostri di cui ha tanto sentito parlare. Ma quando Annabelle, una vampira viziata e dal cuore freddo, la sceglie, sembra che i timori di Olivia si stiano per avverare. Per fortuna viene salvata da Cole, un bel vampiro di cui può fidarsi. Ma Cole nasconde un segreto sul suo passato, un segreto che potrebbe far crollare il mondo di Olivia.

Età: 18+

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46 Chapters

Chapter 1

uno

Chapter 2

due

Chapter 3

tre

Chapter 4

quattro
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uno

Olivia

Mi svegliai sentendo delle urla. Sapevo che era mattina presto perché dalla finestra si vedeva il sole che stava lentamente sorgendo. Era la mia unica fonte di contatto con il mondo esterno. La finestra, e tutto ciò di cui parlavano i clienti.

Iniziai ad alzarmi lentamente, spingendo contro il pavimento con i palmi delle mani. Mi avvicinai alle sbarre della gabbia: il metallo era freddo sulla pelle.

Sbirciai attraverso le sbarre e vidi il padrone del negozio di animali e il suo braccio destro che trascinavano una ragazza urlante dalla porta sul retro.

La ribelle. ~Di nuovo~.~

"Lasciatemi andare, luridi succhiasangue!" Ringhiò la ragazza ai due vampiri.

Ammiravo il suo coraggio, ma sfidare i vampiri non aveva senso. Erano più forti di qualsiasi umano, avevano una velocità potenziata ed erano in grado di dissanguare una persona.

"Brutus", il padrone si rivolse al suo braccio destro. Brutus era incaricato di "punire" noi animali domestici se ci comportavamo male.

Martin era il proprietario del negozio di animali, il nostro padrone, finché non venivamo venduti. Era abbastanza gentile, a patto che lo si ascoltasse e che non gli si dessero problemi. Io ero stata punita solo una volta e mi era bastato.

Avrei voluto essere più coraggiosa e sopportare di più, ma non ero come quella ribelle. Per tutta la vita avevo vissuto in cattività. Ero nata in un allevamento e poi mi avevano consegnata al negozio.

Non ricordavo molto, ma Martin mi aveva detto così, quindi doveva essere vero. Io non avevo mai vissuto nel mondo esterno, non potevo immaginare il dolore che stava provando la ragazza, strappata alla sua famiglia e all'unico posto che conosceva.

"Portala nella stanza. Non ucciderla, le aste sono tra due giorni e allora ci libereremo di lei", gridò Martin a Brutus.

Lei scalciò e urlò mentre lui la trascinava al piano di sotto. Scendere al piano di sotto significava solo una cosa: che l'avrebbe frustata e torturata fino a farla svenire.

"Non toccarmi, fottuto vampiro. Non ho paura di te! Pezzo di-" Fu tutto ciò che sentii prima che la grande porta di metallo si chiudesse con un colpo secco. Poi solo urla, anche se molto deboli. Sospirai e mi accasciai di nuovo a terra.

Il padrone Martin iniziò il suo giro di apertura del negozio, distribuendo la nostra colazione, che di solito consisteva in pane tostato e, a volte, della frutta. Avevamo sempre dell'acqua fresca nelle nostre gabbie, il che era positivo almeno.

Il negozio era abbastanza grande. Martin teneva gli umani più disobbedienti e chiassosi all'ingresso. Scherzava sempre sul fatto che alla maggior parte dei vampiri piaceva addestrare i propri animali personalmente, qualunque cosa significasse.

I più docili e tranquilli, come me, venivano tenuti nel retro. Non pensavo che sarei mai stata comprata, ma le aste erano tra due giorni e finalmente ero abbastanza grande per partecipare.

Certamente molti erano terrorizzati, ma io avevo vissuto tutta la mia vita dietro le sbarre e volevo solo uscirne. Volevo sapere com'era il mondo esterno.

Alle aste, i padroni dei negozi di animali potevano portare lì tutti i loro umani per fare affari, e tutto ciò che non veniva venduto tornava indietro.

C'erano delle regole, bisognava avere una certa età per partecipare ed essere in buona salute. Le aste si tenevano solo in determinati periodi.

Il padrone Martin stava organizzando quell'asta da un paio di settimane, il telefono squillava in continuazione.

Ero intenta a sgranocchiare una succosa mela rossa quando la porta di metallo si aprì, colpendo il muro. Scattai in piedi, urlando.

Martin corse verso la stanza sul retro, i suoi passi rimbombavano sul pavimento mentre tornava indietro per vedere cosa mi avesse fatto urlare. Aveva l'aria parecchio infastidita, ma non era sorpreso, il mio volto invece esprimeva spavento e shock.

Brutus era lì in piedi e teneva in braccio la ragazza, priva di sensi. La sua maglietta era ricoperta di sangue, le braccia e le gambe erano segnate da lividi neri e blu.

"Pensavo di averti detto di non ucciderla". Martin si rivolse a Brutus con un ghigno.

"Non è morta. Respira. È una stronzetta forte, glielo riconosco". Ridacchiò.

"Qui". Indicò la gabbia accanto alla mia. "Mettila in questa gabbia vuota accanto a Olivia".

La chiusero nella gabbia ed entrambi si diressero all'ingresso del negozio, mentre i clienti vampiri iniziavano ad arrivare.

Era ormai tardo pomeriggio e la ribelle non si era ancora svegliata. Se non avessi visto che il suo petto si alzava e abbassava a ogni respiro, avrei pensato che fosse morta.

Desideravo che si svegliasse presto, perché mi annoiavo terribilmente e volevo farle delle domande sul mondo esterno.

Guardai verso la finestra, il cielo stava diventando arancione chiaro e rosa. Il sole stava tramontando. Tirai un sospiro di sollievo.

Il negozio di animali avrebbe chiuso presto e mi sentivo come se fossi stata in tensione per tutto il giorno. Finalmente iniziai a prepararmi per dormire, lisciando la logora coperta marrone che copriva il pavimento della mia gabbia.

Prima che potessi mettermi comoda, sentii il campanello che segnalava l'ingresso di un cliente nel negozio. Alzai lo sguardo, ma non riuscivo a vedere nessuno. Sentii però la loro conversazione.

"Signorina Annabelle! Sono lieto di rivederla. Ha bisogno di qualche accessorio?" Domandò Martin alla vampira.

"In realtà ho bisogno di un nuovo animale domestico, Martin. L'ultimo era così noioso". La voce della donna era fredda e tagliente.

"Beh, sai che tengo sempre quelli più divertenti qui davanti".

Tirai un sospiro di sollievo. Sapevamo tutti che Annabelle era una cliente abituale, anche se non avevo mai capito cosa facesse con tutti quelli che se ne andavano con lei.

"Fottute sanguisughe. Cazzo! Questo sangue è mio?"

Mi voltai e la ragazza di prima finalmente si era svegliata. Ci fissammo per qualche minuto prima che lei rompesse il silenzio.

"Per quanto tempo sono stata svenuta? A proposito, mi chiamo Raven".

La guardai per un attimo prima di stendermi. "Mi chiamo Olivia, piacere di conoscerti. Ehm, non ne sono sicura. Brutus ti ha riportata poco dopo colazione. Non so quante ore sono passate".

Lei si limitò ad annuire e poi aggrottò le sopracciglia. "Cosa intendi con Brutus? Stai parlando di quel disgustoso vampiro che mi ha torturato? Sei in confidenza con quegli stronzi?" Mi ringhiò contro.

Mi rannicchiai un po' prima di rispondere a voce bassa. "Non sono loro amica, ma sono qui da molti anni e conosco i loro nomi".

Il suo sguardo si addolcì, ma la nostra conversazione terminò.

Poco dopo, udimmo il rumore dei tacchi contro il pavimento di cemento. Raven e io ci voltammo verso la porta e vedemmo Martin e Annabelle che stavano entrando.

"Ah, eccola qui. So che ti piacciono le sfide e lei è una bella sfida. Stamattina Brutus l'ha picchiata per bene" Martin si rivolse ad Annabelle come se non fossimo nemmeno lì, mentre indicava la gabbia di Raven.

"Sei sicuro? Ha un aspetto piuttosto patetico e sporco. Il suo sangue non ha nemmeno un odore gradevole". Sembrava disgustata.

Il petto di Raven si gonfiò e iniziò a gridare. "Vaffanculo! Apri questa gabbia e ti mostrerò quanto sono patetica, brutta puttana succhiasangue!" Serrò le dita intorno alle sbarre fino a far diventare bianche le nocche.

La guardai con occhi spalancati. Avrei voluto avere quel coraggio.

Annabelle si mise a ridere, Martin invece sembrava livido.

Senza preavviso, Annabelle si avvicinò alla mia gabbia, facendomi urlare e saltare all'indietro finché mi ritrovai con la schiena premuta contro le sbarre posteriori.

"Martin!" Esclamò lei, attirando la sua attenzione. "Chi è questa deliziosa creatura?"

Gli occhi di Martin si spalancarono quando la vide gesticolare verso di me.

Per favore, no. Ti prego. Ti prego, no,~ ripetei nella mia testa.

"Oh, signorina Annabelle, mi dispiace, ma Olivia non è in vendita al momento". Parlava con calma, ma si capiva che era nervoso all'idea di dirle di no.

"E perché diavolo no, Martin? Questo è un negozio di animali, giusto? Lei è un animale domestico e io la voglio". Ribatté ringhiando, senza mai staccare gli occhi da me.

"Allontanati da lei, puttana!" Gridò Raven.

Non riuscii a voltarmi per guardarla, ero troppo concentrata sul terrificante vampiro di fronte a me.

"Chiudi il becco, ratto!" Martin zittì Raven, per poi concentrarsi sulla vampira dai capelli biondi di fronte a me.

"Annabelle, i suoi documenti non sono ancora stati completati. Non può essere acquistata finché non sono pronti. Conosci le leggi". Riprese a parlare con calma.

Lei finalmente si alzò in piedi e si lisciò il vestito. "Bene. Tornerò tra tre giorni. E, Martin? Abbi cura del mio futuro animale domestico". Il suo tono era tranquillo, ma le sue parole avevano qualcosa di sinistro.

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