Fuga dal miliardario - Copertina

Fuga dal miliardario

Kimi L. Davis

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Summary

Il mio nuovo capo è fisicamente perfetto. È anche arrogante e dominante. Esattamente il tipo di uomo da cui cerco di stare lontana. Ma più tempo passo con lui, più non riesco a negare la mia attrazione per lui. Ho provato a scappare, ma lui mi ha trovata. Potrò mai sfuggirgli? O il mio cuore è destinato a essere suo?

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Capitolo 1

Mi lisciai la gonna a tubino prima di bussare alla porta del signor Caldwell. "Signor Caldwell, voleva vedermi?" Dissi dolcemente, entrando.

"Sì, Hailey, vieni pure", rispose facendomi cenno di avvicinarmi.

Mentre raggiungevo il signor Caldwell, notai un uomo seduto su una delle sedie di fronte alla sua scrivania. Malgrado fossi l'assistente personale del signor Caldwell da oltre cinque anni, non lo riconobbi. L'uomo era vestito con un completo su misura molto elegante e aveva i capelli pettinati alla perfezione.

Il signor Caldwell invece aveva un'espressione strana e ondeggiava con lo sguardo tra me e il suo ospite: sentivo che c'era della tensione tra i due e non ero sicura di come comportarmi.

"Hailey, vorrei presentarti il tuo nuovo capo", disse il signor Caldwell.

Definirmi confusa sarebbe stato un eufemismo.

"Mi scusi, signore, ha detto... nuovo capo?" Chiesi.

"Esattamente, Hailey. Ti presento il signor Theodore Benson, il nuovo proprietario di quella che da adesso in poi sarà chiamata la Benson Enterprises", disse il signor Caldwell, indicando con un gesto l'uomo che gli stava seduto davanti.

Il signor Benson si alzò e si girò verso di me e io sussultai mentalmente. Aveva un viso affilato e scolpito, con un naso dritto e gli zigomi alti. Le sue labbra erano perfette, piene, lievemente imbronciate. Le immaginai subito scivolarmi lungo il collo e ingoiai il gemito che mi stava per sfuggire.

I suoi occhi mi scivolarono su e giù lungo il corpo, finché non si fissarono sui miei. Il mio respiro accelerò quando mi ritrovai persa nelle loro ipnotiche profondità grigie.

Era fisicamente perfetto. Ed era anche il tipo d'uomo da cui facevo del mio meglio per stare alla larga. I ragazzi come lui erano il sogno erotico di ogni ragazza, ma erano anche il motivo per cui quelle ragazze finivano in lacrime.

Avevo visto troppe mie amiche cadere vittima di uomini del genere, quindi dovevo stare il più lontano possibile da lui. Non volevo che nessuno mi spezzasse il cuore, tanto meno il mio capo.

"Buongiorno, signorina Pritchett, piacere di conoscerla", disse, porgendomi la mano per stringerla.

Guardai il suo palmo teso. Avrei preferito evitarlo, ma sapevo di dover rispettare le buone maniere. Ero l'assistente, non il capo, e avevo bisogno di quel lavoro. Così, anche se tutto dentro di me gridava di non farlo, gli afferrai la mano. L'elettricità che si accese tra noi mi scatenò formicolii in tutto il corpo.

"Piacere di conoscerla, signor Benson", risposi. Mi sorpresi della forza con cui mi era uscita la voce. Lo guardai meglio: mi era familiare, ma non riuscivo a capire il perché.

"La signorina Pritchett è stata la mia assistente negli ultimi cinque anni e posso dire con certezza che è la migliore nel settore", dichiarò con orgoglio Caldwell.

Arrossii per il complimento. "Beh, non so se proprio la migliore..." Mi lasciai scappare, non sapendo cos'altro dire. Mi accorsi che la mia mano era ancora saldamente stretta in quella del signor Benson, così la ritirai. Il suo sguardo mi stava facendo contorcere e mi ritrovai a combattere il brivido che mi stava percorrendo la schiena.

"Oh, Hailey, sempre modesta", disse il signor Caldwell con un sorriso.

"Ha detto che il signor Benson è il mio nuovo capo. Sta lasciando l'azienda, signore?" Chiesi, desiderosa di cambiare argomento.

"Le pratiche sono state appena completate. Il signor Benson ha acquistato l'azienda e ora è il proprietario e il nuovo capo delle ex Caldwell Industries", disse Caldwell con una punta di tristezza.

Rimasi a bocca aperta. Non avevo sentito nessuna voce né su una possibile acquisizione né su una fusione. E dire che ero l'assistente personale del proprietario!

"Cosa significa, signore? Cosa le succederà?" Chiesi.

"Ho trascorso gli ultimi trent'anni a far crescere questa azienda, ma credo sia giunto il momento di dimettermi. Non vedo l'ora di passare del tempo con i miei cari", spiegò Caldwell con un sorriso malinconico.

"Ma non preoccuparti, Hailey", continuò, "il tuo lavoro è al sicuro. Ora sei l'assistente personale del signor Benson".

L'assistente personale del signor Benson? Oh no, non potevo essere la sua assistente! Quell'uomo mi faceva provare... cose: cose che non avevo mai provato prima.

Mi girai a guardare il signor Benson. I suoi occhi seguirono il profilo del mio corpo e dovetti stringere le cosce. Non potevo lavorare per lui. Lo desideravo troppo e quel desiderio mi avrebbe portato solo guai.

Ma ero stata addestrata a essere accondiscendente e a fare ciò che il capo voleva, quindi invece di esprimere la mia incredulità e la mia rabbia per l'improvviso cambiamento, sorrisi e annuii.

"Fantastico", disse il signor Caldwell. "Sono sicuro che lei e il signor Benson andrete d'accordo".

"Mi mancherà, signor Caldwell", dissi, abbracciandolo. Era come un padre per me e mi sarebbe mancato moltissimo.

Il signor Caldwell mi strinse forte, dandomi quel poco di conforto di cui avevo bisogno in quel momento. Il suono di uno schiarimento di gola ci separò. Guardai il signor Benson. Era ancora lì, in piedi, con un'espressione illeggibile sul volto. Un altro brivido mi attraversò la schiena e questa volta non riuscii a fermarlo.

"Se hai finito, Henry, credo che dovremmo concludere la nostra conversazione", disse il signor Benson in modo brusco.

"Sì, sì, certo. Hailey, perché non continui il tuo lavoro mentre io e il signor Benson finiamo di parlare?" Disse il signor Caldwell dandomi una leggera spinta verso la porta.

Annuii e uscii dall'ufficio del signor Caldwell, ma non prima di essermi guardata alle spalle un'ultima volta. Il signor Benson continuava a fissarmi con quell'espressione imperscrutabile.

Oh cielo, non ero affatto impaziente di lavorare per lui.

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