Alfa, aiutami! - Copertina

Alfa, aiutami!

Sqible Holloway

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Chapter
15
Age Rating
18+

Summary

Per tutta la vita, Hayley è stata tenuta prigioniera dal padre, che la incolpava della morte della madre, la luna del branco. Ora, nel giorno del suo diciannovesimo compleanno, Hayley riesce finalmente a fuggire, finendo nel territorio del branco Midnight Rose. L'affascinante alfa Jax le permette di restare, ma suo padre farà di tutto per riaverla, anche uccidere un altro alfa.

Età: 18+

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44 Chapters

Capitolo 1

HAYLEY

Per tutta la vita ho conosciuto solo sofferenza.

Per molto tempo ho creduto che non ci fosse altro.

E che se la felicità esisteva, non me la meritassi. Ho abbracciato il dolore.

Ho assaporato ogni pugno. Ogni frustata ricevuta. Ogni black out.

Era la punizione per i peccati del mio passato. Peccati che non avrei mai potuto cancellare.

Ma poi l'ho incontrato: l'uomo che ha cambiato la mia vita.

Con i suoi occhi marrone scuro che mi attiravano a sé come una calamita.

Il suo corpo che rivaleggia con quelli degli dei greci.

Mi ha convinto a ribellarmi ai miei rapitori.

Ora non me ne starò con le mani in mano e non permetterò che la mia tortura continui.

Ora combatterò.

Con l'aiuto del mio alfa, prenderò ciò che è mio.

***

Arriva un altro giorno. La stessa luce irradia la mia piccola gabbia. E ancora una volta mi sento completamente e totalmente depressa. È tutta colpa mia. Sono bloccata qui per colpa mia.

Mia madre, Ava, è morta mentre mi dava alla luce, quindi non ho mai potuto conoscerla, ma mi manca ogni singolo giorno. Senza di lei mi sento persa.

Da quando è morta, mio padre, Jerry, mi rimprovera e mi picchia quotidianamente. Essendo l'alfa di questo branco, il Branco della Notte di Sangue, se la cava trattandomi come la polvere delle sue scarpe.

Tutti chiudono un occhio e gli permettono di farmi quello che vuole.

Prima riuscivo a guarire da tutte le ferite, ma mio padre ha costretto non solo me a sottomettermi a lui, ma anche la mia lupa, Aurora, al punto che è scomparsa e non so se tornerà mai più.

Avevo sette anni quando l'ho persa. I lupi mannari hanno i loro lupi dalla nascita, quindi ho avuto sette anni di legame con lei, prima che mi venisse portata via.

Ora tutte le percosse sono doppiamente dolorose perché non posso condividerle con lei. La mia lupa mi avrebbe aiutata se non fossi stata in grado di prendere il controllo e gestirle, adesso invece devo farlo per conto mio.

Mi sento sola. Da quando lei non c'è più, anche tutti i miei sensi acuti sono scomparsi. Nondimeno, credo che prima o poi tornerà da me, un giorno.

Raccolgo il mio sasso ormai spuntato e raschio la parete per la 4.380esima volta da quando sono qui.

Oggi compio diciannove anni.

Sono bloccata in questo buco infernale da esattamente dodici anni. Dodici anni lunghi e terribilmente dolorosi.

Sbircio dalla finestra, attraverso cui si può vedere solo con un occhio, e guardo i miei vecchi compagni di branco che si salutano con gioia e amore. La gelosia mi pervade il corpo e una smorfia mi si posa sul volto.

Il branco concorda sul fatto che non dovrei stare con loro perché non ho più la mia lupa, quindi, tecnicamente, ai loro occhi sono solo una misera umana che deve rimanere rinchiusa perché sa troppe cose sulla loro specie.

La porta della mia cella emette un suono stridente, facendomi capire che è arrivato il momento.

Ogni mattina, dopo il sorgere del sole, mio padre scende nella prigione insieme al suo beta, Billy, e al suo gamma, Luke, per picchiarmi fino a farmi svenire.

Provano entrambi risentimento nei miei confronti quasi quanto mio padre, perché conoscevano mia madre e avevano promesso di proteggerla. Soprattutto Luke, che era la sua guardia del corpo.

Quando mia madre è morta, l'intero branco si è addolorato per la perdita della loro Luna e ha gettato la colpa su di me.

Venivo picchiata regolarmente ogni giorno, ma a volte Luke rimaneva solo con me, e il suo lupo prendeva il sopravvento e mi violentava. Ho perso il conto di quante volte l'abbia fatto. Sono contaminata.

Ho rinunciato molto tempo fa a credere di avere il mio compagno là fuori, nel mondo. Non lascerò mai questo posto.

Morirò qui, quindi non c'è bisogno di avere false speranze, e, anche se riuscissi ad andarmene, nessuno mi vorrebbe: sono merce danneggiata.

Mi volto verso di loro, ma mi assicuro di tenere la testa bassa in segno di sottomissione. La paura mi costringe a emettere un mugolio involontario.

"Stai zitta, puttana!" Mi urla Luke. La durezza della sua voce mi fa stringere gli occhi. Anche dopo tutti questi anni, sono ancora terrorizzata fino al midollo.

"Vieni qui", dice mio padre, con una calma mortale. Obbedisco. Un manrovescio mi fa volare contro il muro della cella, offuscandomi la vista. "Alzati!" Sento che la voce è quella di mio padre. Barcollo, ma mi alzo appoggiandomi alla parete.

Una mano ruvida mi avvolge la gola e mi chiude le vie respiratorie. I miei occhi si aprono di scatto e trovo mio padre che mi fissa con una sorta di desiderio.

Mi guarda spesso in questo modo: è come se guardasse negli occhi mia madre, ma in una frazione di secondo sparisce e mi sbatte la testa contro il muro, ferendomi nuovamente.

"Dovrebbe essere divertente", è tutto ciò che sento prima di udire il suono di una frusta che mi colpisce e di una lama che mi si conficca nel fianco sinistro.

Continuano così per quella che sembra un'eternità, anche se in realtà si tratta probabilmente di un quarto d'ora.

Svengo due volte. Quando iniziano ad andarsene, penso di essere libera per il resto della giornata, ma Luke rimane lì, a fissarmi intensamente.

So cosa sta per accadere. Mi sfugge una lacrima solitaria, seguita subito dopo da altre. Sorride minaccioso. Il suono della fibbia della sua cintura riecheggia nelle celle.

Stringo gli occhi e scuoto ripetutamente la testa come se potesse fare qualche differenza, anche se so che è tutto inutile.

"Dai, piccola", dice Luke con una dolcezza malata. "Non mordo. Beh, solo un po'", continua. Una risatina leggera accompagna le sue parole.

Urlo, scalciando e tirando pugni con la poca energia che mi rimane, senza successo. Non sarei riuscita a fare comunque molti danni.

Mi afferra e mi getta sul materasso, che ora ha dei buchi e delle molle che pendono fuori, come se cercassero di scappare, proprio come me.

Quando si tratta di percosse non oppongo resistenza: sento di meritarmele per quello che ho fatto a mia madre. Ma quando vengo violentata reagisco… per quanto mi sia possibile.

Mi si arrampica addosso e mi trascina la lingua lungo il collo. Chiudo gli occhi e cerco di pensare a qualcosa di meglio: a mia madre.

Ricordo il suo aspetto per via di una foto che si trovava sul mio comodino quando ero più piccola. La fissavo ogni notte.

Cerco di immaginarla a cucinare, o a insegnarmi a truccarmi o ad acconciarmi i capelli.

Cerco di pensare a tempi semplici e felici. Tempi che non vivrò mai. O, almeno, così pensavo...

I miei occhi si aprono mentre Luke inizia a togliersi i pantaloni, e vedo la chiave magnetica della mia cella che sta per scivolargli fuori dalla tasca. La prendo al volo senza permetterle di finire sul pavimento e la infilo velocemente sotto il materasso, prima che lui se ne accorga. Il mio cuore accelera, ma Luke non ci presta attenzione, pensando che sia per quello che mi sta facendo.

La porta della cella si autoblocca quando viene chiusa, e al momento è aperta. Quindi non avrà bisogno della sua chiave magnetica fino a domani mattina.

Un nuovo senso di speranza mi inonda il corpo. Uscirò da qui.

Sarò libera. Devo solo superare questo...

Proprio in quel momento, Luke mi dà un pugno in testa e mi fa perdere i sensi.

***

Sto correndo nel bosco, fuori dal territorio del branco.

Ma non sono in forma umana. Aurora, la mia lupa, è tornata. Non mi sento molto felice, però.

Sento invece la paura scorrermi nel corpo. Mi ci vuole un attimo per capirne il motivo.

Poi odo le grida. "Da questa parte! Sento il suo odore!

È la voce di Luke. Un attimo dopo, odo anche il ringhio del suo lupo.

Cerco di accelerare, saltando su un tronco. Ma quando atterro, mi si piegano le gambe.

La mia lupa se n'è andata. Sono di nuovo un'umana.

Il dolore mi attraversa la coscia. Cerco disperatamente di alzarmi, senza successo.

Ora li vedo: occhi rossi che brillano nella nebbia intorno a me.

Da un momento all'altro, saranno su di me. E allora sarò morta di sicuro.

Crack! Mi giro, aspettandomi di vedere i denti di Luke a pochi centimetri dalla mia faccia.

Ma invece mi ritrovo a fissare degli occhi castano scuro.

Un uomo mi sta di fronte. L'uomo più bello che abbia mai visto. Deve essere un alfa.

Mi allungo verso di lui, ma non riesco a raggiungerlo. "Ti prego", imploro.

Sento Luke e i suoi scagnozzi che si avvicinano.

E al tempo stesso, l'alfa bellissimo si sta allontanando.

Tende una mano e mi fa cenno di raggiungerlo.

"Vieni da me. Conosci la strada".

Apro la bocca per dirgli che non è vero. Che non ho idea di come trovarlo.

Ma in quel momento una mano si chiude intorno alla mia bocca.

***

Mi sveglio di soprassalto. Sono sola nella mia cella, con il cuore che mi batte all'impazzata.

Era solo un sogno? O era un segno? E se quell'alfa fosse reale… di cosa stava parlando? Come si aspetta che lo trovi?

Poi la risposta mi arriva di getto.

Allungo la mano sotto il materasso e sento la chiave magnetica tra le dita.

È il momento. Oggi è il giorno in cui fuggirò.

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