Non è la solita storia di San Valentino - Copertina

Non è la solita storia di San Valentino

Jen Cooper

Capitolo 2

LAUREN

"Quello che preferisco", disse Lauren con voce calma e chiara, "è tutto l'opposto di un uomo come te, che si crede un dono caduto dal cielo per il genere femminile. Pretendi di sapere cosa vogliamo tutte a letto solo per esperienza".

Alzò un indice verso di lui. "Notizia dell'ultim'ora, Figone. Siamo tutte diverse e tutte cerchiamo qualcosa di diverso".

Le sopracciglia dell'uomo si alzarono e il suo sorriso si allargò. Abbassò il braccio dallo schienale e si chinò in avanti, passandosi la mano sul mento prima di incontrare gli occhi di lei.

Lo sguardo provocante che lui le rivolse la fece quasi cadere in ginocchio, ma lei scacciò i pensieri lussuriosi dalla mente, rifiutandosi di essere così debole. Che importava se fisicamente lui soddisfaceva tutti i criteri per essere il suo principe azzurro ideale? Emotivamente, era uno gnomo.

Incontrò di nuovo i suoi occhi e, quando lui non rispose, sbuffò, alzandosi in piedi per allontanarsi.

La mano di lui, che era più grande di quanto sembrasse, le strinse il polso. Lei con un sussulto allontanò il braccio. Lui la lasciò, ma la pelle di Lauren rimase formicolante per il suo tocco. Deglutì a fatica, fingendo che non le bruciasse l'anima.

"Quindi cosa stai cercando?" Chiese lui, con una voce così profonda e roca che sembrava uscita da un video vietato ai minori o almeno da qualche audiolibro sexy.

Lo avrebbe ascoltato tutto il giorno.

Staccando gli occhi dalle sue labbra così invitanti, incontrò il suo sguardo, ma il modo in cui la stava fissando la fece ripensare alla sua risposta. Voleva dirgli che quello che stava cercando non era affar suo, ma tutta l'ostilità di prima sul suo volto era sparita.

La sua domanda era sincera.

Poiché non aveva intenzione di dirgli che era una maniaca del lavoro senza una vita sociale e che stava cercando qualcuno che concordasse a sufficienza con quella visione da condividere una vita con lei, decise che andarsene prima che le cose sfuggissero di mano era la cosa migliore da fare.

"L'uscita", ribatté Lauren. "Buonanotte". Si girò per andarsene, guardandosi alle spalle con un sorrisetto. "Signore", aggiunse, poi si diresse tra i tavoli verso la porta.

Gli occhi di lui rimasero fissi sulla sua schiena finché lei non raggiunse l'ingresso.

Uscì dal ristorante respirando affannosamente l'aria fresca. Il vento la pungeva, ma era una gradita tregua dal caldo che la soffocava in quel momento. Il suo corpo era ancora scombussolato dalla presenza di lui, ma lei lo ignorò, scacciando il pensiero dalla sua mente.

La vita notturna di New York ronzava intorno a lei mentre cercava di riprendere il controllo. Le luci di centinaia di grattacieli davano vita all'oscurità. Lauren si concentrò su un'unica luce sopra la cabina del parcheggiatore prima di affidarsi alle sue gambe per raggiungerla.

Consegnando il biglietto del parcheggio al parcheggiatore, aspettò con le braccia incrociate per difendersi dal vento. Abbassò lo sguardo, per non vedere tutte le coppie felici che camminavano a braccetto in ogni direzione e non rammaricarsi di non essere così fortunata.

Il confronto con quell'uomo l'aveva distratta dall'appuntamento di merda, ma l'aria frizzante le aveva chiarito le idee. Tutta la sua serata era stata una merda.

Le avevano dato buca il giorno di San Valentino, poi si era imbattuta nell'uomo più attraente che avesse mai visto in vita sua, che si era rivelato essere uno stronzo, e aveva continuato a comportarsi come un'adolescente con lui, prima sbavando, poi battendo i piedi, infine andandosene in segno di protesta.

La vergogna e l'autocommiserazione le scaldarono le guance, e fece dei respiri profondi ricordando a se stessa che poteva andare peggio.

Anzi, era già andata peggio in passato. Per quanto riguardava gli appuntamenti disastrosi di San Valentino, essere bidonata era un gioco da ragazzi rispetto a ciò che quella maledizione le aveva riservato in precedenza.

L'appuntamento in cui lui aveva cercato di uscire sia con Lauren che con sua moglie, ma aveva confuso gli orari, era stato peggiore. L'appuntamento in cui il ragazzo l'aveva scaricata davanti a un aperitivo era stato peggiore. E l'appuntamento in cui lui aveva scopato con la cameriera in bagno, senza neppure entrare in uno dei cubicoli con i wc, era stato peggiore.

Che le avessero dato buca era in realtà un sollievo, perché così la sua serata poteva finire subìto senza diventare ancora più schifosa.

Il parcheggiatore le portò finalmente la macchina e lei vi salì proprio mentre il suo telefono squillava. Lauren si allacciò la cintura di sicurezza e fece un respiro profondo, preparandosi ad affrontare qualsiasi scusa le avesse propinato l'uomo che non si era presentato.

TrentCiao Lauren, scusa se non mi sono presentato, ho risolto le cose con la mia ex quindi non sono più disponibile. Ti terrò presente se ci lasciamo di nuovo, però! A proposito, grazie per le foto, hai un corpo da urlo e la mia ex ha perso la testa quando le ha viste. In realtà è questo che ci ha fatto tornare insieme. Comunque, buon San Valentino.

Le unghie di Lauren premevano sulla cover del telefono mentre lo stringeva. Era l'ennesimo San Valentino in cui si ritrovava single e incazzata. Accese l'auto e la mise in moto, stringendo la presa sul volante.

Bloccò il numero di Trent e gettò il telefono sul lato del passeggero. Sbandando in strada, guidò il più velocemente possibile verso le comodità di casa sua, del suo letto e del suo fidato vibratore BOB.

Almeno lui non l'aveva mai delusa, a differenza di tutti gli uomini della sua vita, a cominciare da suo padre. Forse avrebbe dovuto smettere di provarci, di uscire con gli uomini e di credere a tutti i film di Hallmark che dicevano che il vero amore era reale e raggiungibile.

Invece del 90% delle proprie energie che finora aveva dedicato alla sua carriera, forse avrebbe dovuto iniziare a dare il 100%.

Ma il volto di lui le balzò alla mente. Le aveva fatto provare cose che credeva inventate da Hollywood. Era lui la causa della speranza di un lieto fine che le aleggiava nello stomaco.

Quindi cosa stai cercando? ~La voce profonda di quell'uomo riverberò nella mente di Lauren, frantumando le risposte che avrebbe potuto dargli finché non ne rimase una sola.

Lauren stava cercando lui.

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